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lebrava la messa e da quella vetta benediceva alle sottostanti pianure.

Volgendosi al nord, quella montagna selvosa incoronata di piante d’alto fusto è il M. d’Iavello, da cui si stacca più in basso il contrafforte di M. Lopi, che per M. Piccioli e M. Mezzano si unisce all’ultima sommità (il Chiesino) del Monteferrato e separa i due valloncelli di Capraia e di Bagnolo. La chiesetta che biancheggia alle falde d’Iavello è Albiano; a sinistra sull’altura e in mezzo a bella prateria è la fattoria d’Iavello de’ Marchesi Covoni di Firenze, e dietro le vette appenniniche di M. Bucciana, del passo di Logomano, i pascoli della Cascina di Spedaletto, e fra questi e la punta del M. Acquifreddula, le pasture e le selve della antica Badia a Taona; poi i monti dell’Orsigna, il Corno alle Scale; e il picco a pan di zucchero che si scorge a sud del Corno è il M. Cupolino. Seguitando coll’occhio verso ponente e mezzodì chiudono la vallata Poggiobello, Montebersano e più lontane le Pizzorne, e il Colle di Serravalle, e sovr’esso mostrasi ad incoronare il poggio Montecatini alto; la giogaia di M. Albano si prolunga verso mezzogiorno inalzandosi 641 metri e poi digradando per Pietramarina sino alla Villa di Artimino, che si vede torreggiare, quasi vedetta sull’una e l’altra vallata, ed alle colline popolose di Signa, dove l’Arno s’apre la via fra i massi della Gonfolina, di là della quale risorgono poggi e colli sino a confondersi colle vette più sublimi di Pratomagno.

Continuando il giro invano si cerca Firenze, poichè la punta di Poggiosecco, contrafforte della Calvana, lo toglie alla vista lasciando solo scoperta quella