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potrebbero venir bene dovunque sui crinali del nostro Appennino. In questa regione son pure pascoli framezzati da campicelli di patate, di orzo o di gran marzolo.

Agricoltura. — Molti terreni della Valle divennero colti e fruttiferi per l’opera intelligente ed assidua dei monaci che sino da antichissimo tempo presero stanza lungo il fiume o sui monti nostri o nella città.

La Badia di Montepiano sull’Appennino di Vernio; quella di Vaiano in Val di Bisenzio, e la Badia di S. Fabiano in Prato ebbero vaste possessioni nel territorio che descrivo, ed alcuni monaci d’allora furono molto benemeriti non solamente dell’agricoltura, ma dell’industria della valle, come sarà esposto a suo luogo. Però le numerose enfiteusi fatte dagli abati di Vaiano con gli abitanti di Sofignano, di Casi, di Cerreto, di Popigliano, di Migliana e di tante altre ville lungo il Bisenzio e nell’Appennino di Vernio1, e i male intesi sistemi economici dei secoli XVI e XVII, e la miseranda condizione dei popoli di allora, resero incolta gran parte dei terreni, e i boschi sopraffecero i campi, le rendite meschine e nulle.

Ma il governo di Pietro Leopoldo iniziò anche per l’agricoltura un’epoca migliore, e le riforme potitiche e civili, e l’accrescersi rapido delle comunicazioni, e l’unificarsi de’ popoli italiani mantennero ed aumentarono la prosperità agricola.

La Val di Bisenzio provò anch’essa il benefizio di questo nuovo movimento agrario per l’opera indefessa di proprietari intelligenti, e ne fanno fede alcune


  1. Repetti — Op. cit. Art. Badia di Vaiano.