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muraria più mirabile eseguita lungo il Bisenzio è la solida e grandiosa pescaia o chiusa, denominata il Cavalciotto, che ben a ragione è detta il gioiello di Prato1, a circa tre chilometri dalla città, eretta da più secoli: «costruita con molta maestria, nel tempo che assicura la costante diversione delle acque che abbisognano al servizio dei numerosi lanifici, tintorie ecc. mantiene ancora durante le maggiori escrescenze facile il corso del fiume, che quivi è guidato a balzare sulla sinistra con studiata, ed agevole disposizione delle parti che la costituiscono»2.

La massa delle acque, le quali, incanalate al Cavalciotto in un ampio gorile e poi spartite in più canali, sono rivolte a grandissima utilità dell’industria e dell’orticoltura, a cui si attese fino da antico tempo3, è calcolata della forza di 25 cavalli; nel corso superiore del fiume giunge ad una forza molto maggiore. La sua pendenza e del 2% circa.

Natura del suolo.Minerali. I monti della Val di Bisenzio nella loro fisica costituzione appartengono al terreno compatto secondario dell’Appennino e al cristallino o metamorfosato di serpentino e granitone. Le roccie calcaree o alberese sovrabbondano nei monti della Calvana e in alcune parti del poggio delle Coste; l’arenaria o macigno predomina nel M. d’Iavello, e nei suoi contrafforti, ma sovratutti richiama a sè l’attenzione il Monteferrato che si separa affatto


  1. Ing. Ant. Giuliani, nel Calend. prat. Anno IV, pag. 26.
  2. Vedi Calend. prat. anno II, Cenni sulla condizione idraulica del territorio comunitativo di Prato; pag. 15.
  3. Vedasi a questo proposito quanto riferisce il Miniati nella sua Narrazione e disegno della terra di Prato ec. 1696.