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gruppo di poggi che da Valibona, percorrendo una linea da nord a sud, sud-est, va a finire a Pizzidimonte presso il torrente Marina.

Passato il Crocicchio, si trova dopo poco il casale di Valibona.

Di qui il M. Maggiore si mostra imponente nelle sue forme rotondeggianti, e quella nudezza assoluta delle sue pendici non riesce sgradevole all’occhio. In maggio le vette sono coperte di folta e finissima erba: e dopo la segatura dei fieni, a camminare nelle prime ore della mattina lassù su quelle vaste praterie, è una delle più gradite passeggiate che si possano fare.

Dalle case di Valibona, volendo salire comodamente alla cima, bisogna andare fino alla Foce ai Cerri; quella sella che si vede a sinistra: di là si percorre una via, che chiamano Treggiaia, perchè la fanno colle tregge1 quando trainano i fieni dal monte alle case di Valibona; giunti però quasi a metà della salita, si volge a destra per evitare un avvallamento e fare dopo una ascensione un po’ faticosa, e si va a passare per un viottolo che corre fra mezzo a due depressioni, specie di conche, perchè chiamano quel luogo i Conconi, tutte erba con cigli erbosi intorno intorno.

Di qui alla torretta di M. Maggiore è breve nè faticoso il tratto. Spesso si trova un venticello non punto gradito; è bene coprirsi con uno scialle o un soprabito secondo la stagione, e mettersi al riparo del vento dietro la torretta di pietre, che ci fece inalzare lo Istituto topografico militare, e che il vandalismo dei pastori tende a distruggere.


  1. Carro da montagna da tirarsi con i buoi.