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dalla chiesa di Carteano e dopo 10 minuti vediamo la via che comincia a salire su per la montagna; a questo punto s’incontra la strada che viene dalla Villa Rucellai e che deve fare chi ha tenuta la via carrozzabile del Palco, e descritta di sopra.

La Via di Valibona fiancheggiata da cipressi da una parte e dall’altra di querciuoli, è assai comoda, senza pericoli. Laddove fa una voltata si ha una delle più belle vedute sulla Val di Bisenzio, e quanto più si sale, tanto più la via s’interna in una stretta gola, in fondo alla quale corre di balzo in balzo il Rio a’ Buti; l’aspetto del paesaggio si fa più selvatico ed alpestre; mentre i fianchi della Retaia e del Poggio Cocolla si mostrano selvosi, quelli del Torrione e di M. Cagnani sono piuttosto nudi e tutti macigni, qua e là disposti bizzarramente.

La casetta sotto la via, in mezzo a terreni coltivati e dalla, quale passa una stradicciola che varca il torrente e risalendo un po’ la costa va a S. Leonardo in Collina, è detta del Campo al prete; l’altra di sopra alla via, è la Selvuccia: quella poi che biancheggia più in alto, verso la sommità del passaggio ed ha l’aria d’un casino di campagna, è il Castello; e di lì si può andare in 40 minuti alla Spelonca; (V. Itin. 19). Giunti sotto il Casone, l’unica casa che si vede là dal fosso sulle pendici del M. Cagnani, si può salire in 25 min. alla cima dello stesso monte. (V. Itin. 18).

Alla sommità del passo, troviamo un terreno pianeggiante coltivato a campicelli di grano: la via segue a traverso e laddove sorge a sinistra una Croce, vi dicono al Crocicchio, si diparte un sentiero che va su a Cantagrilli, al Pianaccio, alla crina di quel