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spianata, dove sorge una casa, ai Piani; bel luogo. Non si tralasci di osservare a destra una bellissima cascata, poco sopra la casa di Ginesio.

Di qui si parton due vie, una a destra e va al casolare di Gavigno, e seguita poi sino al Tabernacolo sul culmine dell’Appennino, dove fa capo anche l’altra a sinistra. La prima offre la veduta pittoresca del villaggio (680 m.) e del ponticello sul torrente.

Quanto più ci si avvicina alla sommità tanto più la selva e il bosco cedono il luogo ai campicelli di cereali e di patate. Qui il monte si allarga e si stende in piccole pianure o in pendici a dolce declivie. Questa valle di Gavigno, chiusa fra il M. Roncomannaio al nord e le Freddete a sud, è una vera Tempe, un’Arcadia de’ tempi moderni, nè vi mancano i robusti pastori fieri di maschia bellezza, nè le formose montanine

A cui sì puro e schietto
Aere ondeggiar fa il petto1.

Si giunge al Tabernacolo di Gavigno; è una specie di capannetta a portico, sotto il quale è un’immagine, 925 m., posto proprio alla sommità del passaggio, sull’Appennino.

A sud è la punta del M. Calvario e vi si ascende in pochi minuti; dopo è il Poggio alla Zucca, a breve distanza.

Dal Tabernacolo si parte la strada per Fossato e Treppio nella Valle della Limentra, di contro a


  1. Parini, La Salubrità dell’aria, Ode.