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perpendicolare all’asse dell’Appennino di Montepiano. Cominciando da Iavello e venendo verso nord-est, ecc. troviamo l’avvallamento delle Cavallaie, che unisce l’Appennino col monte d’Iavello; la montagna più alta dopo le Cavallaie è Bucciana, e poi il Pian della Rasa, indi il Poggio alla Zucca, le tre cime de’ Monti Calvi, il Monte della Scoperta, il M. Casciaio, la gola di Montepiano; più indietro le turchinicce vette dell’Appennino mugellano, più in avanti tutta quanta la Calvana, sotto la Valle del Bisenzio con i suoi pittoreschi casali, e scura scura, minacciosa, la Rocca di Cerbaia là in basso; le vallecole di Canvella e della Trògola dall’altra parte. Il paesaggio è de’ più ameni, tutto raccolto lì dintorno a noi, vario di tinte, di forme, d’aspetto.

Per andare a S. Poto, si può ritornare alla Croce d’Ulivo e seguire la via che gira a nord il M. Castiglioni, oppure discendere il versante opposto a quello, pel quale siamo saliti cercando di tenersi un poco a sinistra: vi sono diversi sentieri da pecore, pigliarne uno che conduca alla crina, che si vede in basso a mano manca. Giuntivi, si prende la via sul versante volto ad oriente, non discendendo mai; continuando si arriva laddove la via occupa tutta la crina che si è fatta stretta e coperta di lastroni che la rivestono tutta; il versante del torrentello Canvella è ripidissimo, più mite quello del Bisenzio; la veduta ammirabile, stupenda. Il paesetto che si vede sotto di noi di là di Canvella è Agnana; quello più in alto, oltre Agnana, e biancheggiante fra un gruppo di cipressi è Luicciana, con i suoi casolari allegri, puliti, pittoreschi, adagiati sulle spianatelle dell’Ap-