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raggi che entrano dalla parte inferiore delle goccie e sono riflessi al disopra di esse.

Il raggio sf che colpisce la gocciola a’ del secondo arco, si frange la prima volta in e’ per riflettersi in d’ ove si riflette una seconda volta in a’ donde esce rifratto al mezzo meno denso dell’aria per dirigersi all’occhio in o. Certamente che solo un piccolissimo fascetto luminoso, di tutto il fascio conico che emana da a’, arriverà ad essere percepito.

Ora, se nell’arco interno, per il quale i raggi erano entrati alla parte superiore delle goccie e rifratti al disotto, i colori si presentavano secondo un certo ordine, in questo nuovo arco che abbiamo preso ad esaminare, vedendosi soltanto i raggi entrati alla parte inferiore delle goccie e rifratti al disopra, i colori si troveranno naturalmente invertiti.

Siano a’, b’, c’ tre goccie di pioggia nell’arco esterno.

L’occhio collocato in o vede il turchino di tutte le goccie che si succedono a luogo della a’, il giallo di quelle che si succedono a luogo della b’, e il rosso di quelle che rimangono più in basso.

Dovrà dirsi anche qui che, siccome questi colori sono riflessi nel medesimo modo da tutte le innumerevoli goccioline equidistanti dal punto di veduta, dovendo essere questa ugual distanza un arco di cerchio (sezione retta di un cono di cui l’occhio è il vertice), i punti isocromatici formeranno archi, e l’osservatore otterrà la percezione del curvo fascio dell’iride.