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del suo pallone circondata da tre anelli colorati, in una nuvola sottostante1.

Ulloa e Bougner, soggiornando sul Pichincha, videro un fenomeno analogo, il quale essi giustamente attribuirono ad una formazione di arcobaleni. Ulloa così descrive la meteora:

“La cima del monte era interamente coperta di dense nubi: il sole sorgendo dissipò quelle nubi e non rimasero nel cielo che leggieri vapori difficili a distinguersi. Tutto ad un tratto dal lato opposto a quello ove sorgeva il sole ciascuno dei viaggiatori scorse ad una dozzina di tese dal luogo da esso occupato la sua immagine riflessa nell’aria come in uno specchio; la immagine era posta al centro di tre arcobaleni coloriti di varie tinte ad una certa distanza da un quarto arco di un solo colore. La tinta più esterna di ogni arco era carnicina o rossa; quella successiva era aranciata, la terza gialla, la quarta paglierina, l’ultima verde; tutti gli archi erano perpendicolari all’orizzonte; si muovevano e seguivano in tutte le direzioni la persona di cui circondavano l’immagine a foggia di aureola. Notevole poi era il fatto che, sebbene i varii viaggiatori fossero riuniti in un solo gruppo, ciascuno di essi non vedeva il fenomeno che relativamente a sè stesso, e negava che si ripetesse per gli altri. L’estensione degli archi andò progressivamente aumentando in proporzione dell’altezza del sole; al tempo stesso i loro colori si dileguarono, gli spettri divennero sempre più pallidi e confusi e finalmente il fenomeno cessò del tutto. Al principio dell’apparizione la forma degli archi era ovale; verso la fine si mostrò perfettamente circolare.„

Mi sono diffuso più che non convenga in una memoria come la mia, in queste descrizioni complessive delle varie apparenze di iridi avvertite dagli scrittori, premendomi anzitutto di distinguere questi fenomeni dagli aloni coi quali nei libri sono il più delle volte stranamente confusi. Gli

  1. Maria Somerville. — Connessione delle scienze fisiche. Sezione XVIII. Geografia fisica, vol. I c. 24, § 6.