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francese a cui viene generalmente attribuita la spiegazione del fenomeno. Ma, soggiunge opportunamente G. Libri, è difficile ammettere un tal pensiero nell’Autore dei Principii, ed è più probabile che Newton fosse veramente soddisfatto delle idee ingegnose dell’Arcivescovo di Spalatro1.
Certamente molti pregiudizi ed un male inteso, ostinato orgoglio nazionale degli scrittori francesi, avvalorato pur sempre dalla complice ignavia dei nostri, ha potuto lungamente avviluppare in un profondo e vituperoso oblio il merito scientifico di questo illustre Italiano.
La Biographie Universelle, già citata, ripete la solita supposizione a carico di Newton, e trova che Boscovich e Tiraboschi (di cui, osserva, la testimonianza non può essere sospetta) sono di avviso che De Dominis ha potuto mettere Cartesio sulla via della scoperta, ma che questi soltanto deve esserne riguardato come il vero autore. Essi aggiungono (sempre secondo la Biographie Universelle) che i numerosi errori sparsi nel libro di De Dominis mostrano non esser egli molto addentro nello studio delle scienze fisiche e matematiche.
Osserverò innanzi tutto che il Tiraboschi non può essere notato come una testimonianza in proposito, mentre basta aprire l’opera sua per vedere ch’egli si dichiara giudice non competente in fatto di matematica, e riferisce senz’altro l’opinione del Boscovich, ove questo scrittore dice che Cartesio arrivò più in là di De Dominis, e Newton più in là di Cartesio2.