Pagina:Bersezio - La testa della vipera.djvu/91


LA TESTA DELLA VIPERA 89

— Se quest’uomo continua a starsene qui solo, è bello e spacciato, pensò; e rientrato a casa, trasse in disparte sua moglie e le disse:

— M’è nata in capo un’idea, che spero approverai. Tuo padre ha bisogno di compagnìa e di cure: o perchè non verrebbe egli a viver qui con noi, ad ajutarci a tirar su que’ birichini dei nostri figli?

Matilde gettò le braccia al collo del marito.

— Oh grazie! gli disse baciandolo appassionatamente. Tu sei il miglior uomo del mondo.

Fecero così una famiglia sola; e il vecchio Danzàno si riprese alla vita. Cesare medesimo ne fu soddisfattissimo, perchè in verità egli voleva pure un gran bene alla sorella, e ai nipoti, e al cognato stesso, ed era lieto di vedere suo padre contento, mentre egli ne diveniva ancora più libero del suo tempo e della sua volontà, di guisa che per quella brava e buona famiglia tutto camminava prosperamente, allorchè, dopo cinque anni d’assenza, fece ritorno in patria Emilio Lograve.

Questi, fuggendo, portava seco la quasi certezza che Alberto Nori sarebbe morto della sua ferita; ne aveva aspettato impaziente le nuove ulteriori, e siccome nessuno glie ne aveva scritto, s’era rivolto replicate volte per lettera a Cesare, affine d’essere informato non solo della sorte d’Alberto, ma delle cose della famiglia Danzàno. Ma Cesare non gli aveva mai risposto, e la prima notizia ch’egli ebbe, fu la partecipazione a stampa del matrimonio seguito fra il