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LA TESTA DELLA VIPERA 79


— Obbligarmi?... Cospetto!... Vediamo un poco! Eri un prepotentone in collegio e sei sempre tale e quale; ma allora avevi da fare con ragazzi.

— E ora ho da fare con un vigliacco.

Emilio s’allontanò d’un passo e disse lentamente, con voce sommessa, quasi soffocata, sibilante:

— Badate, signor Nori, che questo è un sanguinoso, gratuito oltraggio.

— È quello che vi meritate. Vile chi sparla di una persona dietro le spalle e si rifiuta di ripeterle in faccia le sue accuse.

— Ho capito! disse Emilio, accrescendo ancora l’insolenza del suo accento sarcastico. Questa è, come dicono i francesi, una mauvaise querelle che voi volete avere con me: ma io non mi lascierò trascinare a vostro talento, e per evitare il pericolo che alla fine il sangue freddo mi abbandoni, me ne vado.

E si mosse per partire.

Alberto lo trattenne, stringendogli vigorosamente il braccio.

— No, non partirete prima d’avermi dato soddisfazione.

— Signore! gridò vivamente Emilio, liberando con violenza il suo braccio, osate mettermi le mani addosso!... È troppo!... La soddisfazione che cercate sono pronto a darvela, ma non qui, non con parole, se voi avrete il coraggio di domandarmela.

— Sì, ve la domando.