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76 LA TESTA DELLA VIPERA

Ma questa cauta raccomandazione doveva sortire poco effetto. Quando Cesare venne ripetendo a Matilde le brutte cose dette da Emilio del Nori, la fanciulla, ficcando il suo limpido sguardo in quello del fratello, e con una vivacità che dimostrava quanto tale argomento l’interessasse, domandò:

— Chi ti ha rivelato tutto codesto?

— Una persona che lo conosce molto bene.

— Il suo nome?...

— Il nome non ci ha che fare.

— Ci ha che far moltissimo; e te lo dico io: è il nome di Emilio Lograve.

— Che che!... nemmeno per sogno.

— È inutile il negare; già a me stessa Emilio ha tentato di mettere quel giovane in mala vista: e so che tu da Emilio ti lasci facilmente imbeccare.

— Mi lascio i fichi secchi! gridò Cesare stizzito. E da qualunque io abbia ricevuto quelle informazioni, è mio dovere e saprò ben io levarti quel moscone d’attorno.

— Tu avrai la compiacenza di non far nulla! proseguì con forza Matilde. Oltre il babbo e la mamma non ho bisogno d’altri vigilatori e custodi.

Quella sera, entrandon el salone di casa X..., la prima cosa che vide Emilio fu la cugina e Alberto Nori che ballavano un valzer animatissimo, con aspetto evidentissimo di reciproca soddisfazione. Egli s’accostò a Cesare, che era poco lontano.