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LA TESTA DELLA VIPERA 75

lantatore, che, a sentirlo, tutte le donne cascano innamorate morte di lui: insomma tale che bisogna ben guardarsi dal lasciarlo penetrare in una famiglia e bazzicare per casa.

— Oh, guarda! esclamò Cesare tutto meravigliato. E dire che m’apparve tutt’altra cosa: e non soltanto a me, ma anche al babbo e alla mamma; allegro, vivace, un buon figliuolo.

— Un volpone... Farai bene a stare in guardia per Matilde.

— Diamine! diamine!... È un fatto ch’egli le è sempre intorno... Per questa sera hanno già insieme impegnato non so quanti ballabili.

— Questa sera? In casa X...?

— Sì.

— C’è ballo?

— In tutta regola... Come fare a levarlo d’attorno a Matilde?... Avviserò lei che stia in contegno; ma non basta.

— No, non basta.

— Ci verrai tu?

— Non so... Forse!... Se sarò di umore meno rabbioso.

— Vieni, vieni: mi ajuterai a tener lontano il Nori.

— Va bene... Ah, senti! Parlando con tua sorella di colui, non dirle che le informazioni le hai avute da me.

— No?... Perchè?...

— Perchè Matilde mi ha in uggia talmente, che le basterebbe sapere ch’io ho detto nero per veder bianco.