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74 LA TESTA DELLA VIPERA

signore, un’allegrìa di buon gusto, l’insuperabile gentilezza dei padroni di casa, del thè, dei vini, dei pasticcini e dei sandwiches squisiti. Se tu ci fossi venuto queste sere addietro, non saresti cascato in sì brutta melanconìa: ci siamo divertiti un mezzo mondo. S’è fatto un po’ di tutto; mormorazioni, giuochi di società, sciarade in azione, musica, danza, danza sopratutto. C’è venuto un nuovo ballerino, un bel giovane di spirito, simpatico, amenissimo, un certo Nori.

Emilio si riscosse vivamente.

— Ah!

— Lo conosci?

Emilio esitò un momento e poi rispose risoluto:

— Sì... E Matilde è stata lei in casa X... queste sere scorse?

— Sicuro.

— E quel Nori le s’è fatto presentare?

— A Matilde?... Sì, certo; ed ha ballato quasi sempre con lei.

— Sì, lo conosco quel Nori, soggiunse Emilio con accento di acrimonia, troppo bene lo conosco per dolermi ch’egli venga intorno a tua sorella.

— Come! Non sarebbe un giovane per bene?

— È uno fatto apposta per compromettere la virtù in persona; uno di coloro che si cacciano intorno a una donna, zitella o maritata, e la sanno circuire in modo che, anche non riuscendo a conquistarla, danno al mondo tutte le mostre d’esserci riusciti. È uno sfacciato mil-