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LA TESTA DELLA VIPERA 69

qualche cosa di potente, di prepotente, che supera tutto, che domina tutto... Oh credimi, nessuno ti amerà mai come t’amo io, come seguiterò io ad amarti.

E le prese ambe le mani traendola a sè.

Matilde se ne svincolò con qualche asprezza.

— Lasciami! disse. Codesto tuo affetto mi spaventa più che mi commova. Non sono tali frenesìe che procurano la felicità in un matrimonio, ma un ragionato amore, fondato sulla conoscenza dei reciproci caratteri, una reciproca stima. Non si riesce a comune felicità quando l’amore, per quanto grande, è tutto da una parte sola.

Emilio ebbe una penosa contrazione nei lineamenti del volto e un maligno sguardo negli occhî.

— Tu dunque non hai di me nessuna stima?

La fanciulla fece debolmente un atto di protesta.

— Tu dunque sai che non potresti avere per me neppure un briciolo di amore?... Tu vuoi che sia così, e te ne compiaci?...

— Puoi tu credere che in questo la volontà ci abbia qualche effetto? Avviene quello che ha decretato il destino, la natura delle cose. Due si incontrano, che non si sono mai visti e si sentono attratti a vicenda: si scoprono d’un comune sentire, s’accordano perfettamente, mentre altri, stati insieme anche degli anni, sono dai loro temperamenti, dai difetti, anche dalle qualità, affatto disgiunti.