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54 | LA TESTA DELLA VIPERA |
sassinio!... Tanto varrebbe togliermi addirittura la vita... Sì, un assassinio!... Ma lei non è capace d’un sì gran delitto... No, non è possibile... Lei mi vuol far paura...
Guardò di sottecchi: vide lui, sempre con quella freddezza di carnefice che la guardava con occhio cattivo.
— Ma c’è una giustizia... Ricorrerò alla giustizia.
— Benone!... E io le dirò, alla giustizia, che quei valori, voi li avete sottratti all’eredità di mio padre... Vi buscherete la condanna alla reclusione per giunta.
Marianna si raumiliò.
— No, no, voi non farete sì gran torto a una povera donna, che da trent’anni serve la vostra famiglia...
— E la ruba!
La vecchia si diede a piangere, a supplicare: tutto quanto essa possedeva, lo avrebbe lasciato, morendo, a lui, Emilio; e già, la non poteva mica vivere più lungamente; la lasciasse dunque finire in pace que’ pochi giorni che le rimanevano; e scongiuri e proteste e promesse; e poi di nuovo invettive e ingiurie e minaccie. Il giovane, sempre pallido in faccia, coi lineamenti tirati, con un cinico sogghigno sulle labbra, con quel tristo bagliore negli occhî feroci, la lasciò dire e dire: e poi freddo freddo, facendo un passo verso di lei, sempre accasciata sulla seggiola, e tendendole aperta la mano destra: