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la testa della vipera 29


L’ammalata fu assalita da una violenta febbre, e quella sera medesima il medico la giudicò in pericolo.

Due giorni dopo essa era morta.

V.

Tutte queste cose passavano e ripassavano per la mente di Lorenzo; finchè pur finalmente venne un greve sopore che lo tolse a quella penosa fantasmagorìa. Fu destato da una mano, che, senza troppa precauzione, gli si posò sulla spalla. Aprì gli occhî e vide ritta presso al letto la Marianna.

— Che cosa c’è?

— C’è Danzàno.

— Ebbene, che m’importa?

— Vuole parlarti.

— Ditegli che dormo, che mi riposo... che sono occupato.

— No; è meglio che tu lo veda subito e te ne liberi... Egli ha parlato colla monaca... Chi sa che cosa la gli avrà detto... Sai che pedante egli è... Si faranno delle ciancie in casa sua... Va, mostrati afflitto, accasciato...

Lorenzo esitò un momentino; parve che non gli piacesse troppo aver da fare col cugino: ma poi, con subita risoluzione, si gettò giù dal letto.

— Dov’è? chiese.

— È nella camera di... della morta.

— Ah! non colà, sclamò vivamente il vedovo. Fatelo passare nel salotto.