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22 LA TESTA DELLA VIPERA

di suggezione, che pareva riconoscere nella donna una superiorità.

Inoltre la Marianna, toltasi in mano, fin da quando viveva il padre di Lorenzo non solo il governo della casa, ma tutta l’amministrazione del patrimonio, erasi fatta poco meno che indispensabile al giovane che amava trovarsi ogni cosa accomodata a dovere, e denari in pronto a ogni occasione senza aversi da prendere il menomo fastidio.

Nè era poco abile e poco zelante l’accorta femmina a procurare il proprio guadagno: tanto che, maneggiando essa e capitali e fondi e redditi, ogni anno riusciva a mettere in disparte, come cosa sua, un buon numero di migliaja di lire, e in capo a due lustri aveva investito in titoli del debito pubblico e in depositi bancarî più di cinquantamila lire. Ma mentre venivano così aumentandosi le sostanze della governante, scemavano rapidamente quelle del padrone, da lui sperperate al giuoco, nei bagordi, nel soddisfacimento delle sue passioni e dei suoi vizî. Era sempre la Marianna che provvedeva ai bisogni di lui, accattando denari di qua e di là, e specialmente da sè stessa.

Quando Lorenzo contava già trentacinque anni ed era quasi del tutto rovinato, la fortuna venne a porgergli occasione di rifarsi mercè un matrimonio.

A prender moglie egli non ci aveva mai pensato; e se vi avesse pensato, si sarebbe affrettato a fargliene smettere l’idea la Marianna, la quale