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LA TESTA DELLA VIPERA | 21 |
attrattive d’una carnosa robustezza, ed in breve fu la padrona. Era la Marianna.
Lorenzo cominciò per odiarla; ma la donna, o avesse veramente compassione di quel maltrattato, o per accorta previdenza volesse prepararsi la continuazione del dominio in quella casa, anche dopo la morte dell’attuale padrone, si fece la protettrice del giovinetto. Dell’autorità che aveva saputo acquistare sul padre di Lorenzo, si giovò per mitigare i feroci umori verso il figlio; molte punizioni riuscì a diminuirgli o anche a risparmiargli affatto; molte colpe di lui seppe nascondere e nello stesso tempo valse a fornire il borsellino vuoto del giovane perchè potesse a suo modo divertirsi. Fece anche peggio con infame cedevolezza, per tenere a sè legati e padre e figliuolo; e insomma riuscì a dominare l’uno e l’altro e a spadroneggiare in quella casa in tutto e per tutto.
Quando il padre morì, le cose non cambiarono per Marianna; anzi furono meglio ancora. Sul giovane Lorenzo quella furba, corrotta donna, aveva saputo acquistare un influsso anche maggiore.
Violento di carattere, maligno di cuore, Lorenzo, imperioso, sofistico; grossolana la donna, avevano pure non di rado furiose contese; ma appetto a lei più tenace, più verbosa, più acre, che sapeva di lui tutto il brutto, ne conosceva a fondo l’anima ed era abilissima a rinfacciare, accusare, minacciare, egli finiva per cedere e col tempo s’era lasciato investire da una specie