Pagina:Bersezio - La testa della vipera.djvu/19


LA TESTA DELLA VIPERA 17

nunciato dalla sua voce parve stupirlo, infondergli non so qual paura. Anche dalla vista di quel placido volto di cadavere fuggirono i suoi occhî irrequieti. Egli chinò il capo e mormorò piano:

— Morta!... Poveretta!

— Vuol sentire le ultime parole che ella disse?

Lorenzo, sempre guardando in terra, accennò di sì col capo.

— Si fece portare il bambino, e baciandolo mormorava: «lo raccomando, lo raccomando...» È certamente a lei che voleva raccomandarlo.

Lograve fece sgusciare verso la monaca una ratta guardatura maligna.

— Sono suo padre, disse con voce cupa non ho bisogno che mi venga raccomandato... E hanno lasciato lei sola qui? s’affrettò a soggiungere per cambiar discorso.

— Sì.

— Non istà bene.

— È il mio ufficio questo, e non ho bisogno di ajuto nè di compagnìa per compirlo.

E tornò all’inginocchiatojo a pregare.

Lograve rimase un momento esitante, quasi perplesso.

— E... la governante? domandò poi abbassando ancora la voce.

— Si è ritirata anch’essa, rispose la monaca senza voltarsi.

Il vedovo andò al camino dove ardeva un buon fuoco, sedette e si diede a fissare le fiamme che