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16 la testa della vipera


La monaca, colla fronte serrata fra le mani, seguitava a pregare senza dar retta alle parole di Marianna.

Questa non aggiunse altro e scivolò fuori della camera senza rumore; dieci minuti dopo, essa dormiva sodo, come chi ha l’anima soddisfatta e tranquilla.

III.

— Morta! ripetè Lorenzo fuggendo cogli occhietti grigi e maligni lo sguardo dritto, levato della suora di carità.

— Da due ore... La vuol vedere?...

E senza aspettare risposta, la monaca sollevò uno dei candelieri, tirò in là una delle cortine e fece cadere la luce gialla dalla candela sul volto della morta.

Una gran placidezza s’era diffusa su quel volto fattosi del colore del vecchio avorio; ne spirava quel non so che di solenne e di sacro, che dà ai lineamenti umani la morte.

A quella infelice la Provvidenza non aveva concesso l’inestimabile privilegio della donna che è la bellezza; irregolari i tratti, cinerea la carnagione, povera la capigliatura, troppo sporgente e a bozze la fronte, incavate le guancie, meno candidi i denti; un pregio solo: una grande aria di bontà a cui si aggiungeva la timidezza del debole.

— Luisa! esclamò Lorenzo facendo un passo verso il letto: ma il suono di quel nome pro-