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LA TESTA DELLA VIPERA 11


La monaca lo guardò bene in faccia e gli rispose freddamente:

— È morta!

II.

Quando Marianna era rientrata, il medico le aveva detto che, se il marito della moribonda tardava una mezz’ora, non l’avrebbe più trovata in vita; poi, non essendo più possibile alcun soccorso per quella infelice, erasene partito.

La morente pareva assopita: un respiro lieve, ma affrettato, le usciva dalle labbra assottigliate, aride, livide, semiaperte; le mani brancicavano con moto macchinale il lenzuolo; le palpebre richiuse apparivano così affondate nelle occhiaje che avreste detto non esservi più di sotto il bulbo; la fronte libera, dai capelli tirati indietro, pareva enorme, il viso invece stremenzito non maggiore di quello d’una bambina. La suora di carità, curva sull’agonizzante, ne bagnava le tempie e le labbra con un pannolino e recitava le preghiere dei moribondi.

— Sempre lo stesso? domandò Marianna tanto per dire qualche cosa.

— Peggio, rispose la monaca. E il marito verrà?

— Sì.

In quel punto la giacente aprì gli occhî. Quelle pupille, già velate dall’ombra della morte, guardarono vagamente qua e là senza segno di coscienza, ma incontrando la facciona rossa della