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114 | LA TESTA DELLA VIPERA |
XIII.
Ai primi di settembre nel villaggio di X... aveva luogo la gran festa patronale, che con fiera e pubblici divertimenti durava tre giorni: era la maggiore e più splendida di tutta quella contrada, e chiamava un popoloso concorso di gente da tutta la provincia. La famiglia conoscente dei Nori aveva fatto loro e ripetuto più volte con insistente premura l’invito di recarcisi e passare colà almeno due di quei giorni festajuoli.
Matilde, già poco disposta ad accettare, ebbe buona ragione al suo rifiuto nella salute del padre, che da qualche giorno erasi peggiorata; ma Alberto, temendo offendere quella buona famiglia, stimolato da Cesare, che desiderava di rompere con qualche divertimento la monotonìa di quell’esistenza, decise di andarci egli col cognato, e di assistere al gran ballo che davasi in quella casa la sera appunto della festa religiosa. I due cognati sarebbero così partiti alla mattina della domenica per tornare alla sera del lunedì.
Al sabato vi fu, fra Lograve e il servo Battista, un segreto, importante colloquio.
— Caro mio, cominciò il primo, è venuto il momento in cui io posso, e sta in te ch’io voglia, mantenere le mie promesse, ed effettuare i tuoi più cari desiderî.
— Come sarebbe a dire? domandò Battista coll’aria diplomatica d’uomo che si dispone a