Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
88 | predica trigesimaquarta |
co vangelista a xiij cap.: Vae autem praegnantibus et nutrientibus in illis diebus: — Guai a le donne che so’ gravide e a quelle che popparanno in quelli dì! — Oh, quanto sarà beato colui che si manterrà al servizio di Dio!
L’altro tempo dico che è il presente. Sai qual tempo è questo? E di colui che comincia a fare bene, e colui è quello che è lattato. Costui è quello che non è sodato1 ne le vertù: anco è tenero, e possonsi dire erbucce verdi: lo stato de’ proficienti. Neque omne viride. E lo stato dei perfetti, i quali2 sempre aoperano il ben fare, tutti dati a Dio, in servire lui in ogni cosa, in pensar di Dio, in far bene, in dir bene. Questi cotali non curano nè minaccie nè martorii. Non aprezano lusinghe di cose mondane: non so’ inviluppati se non a servire Iddio, stando sempre coll’animo fermo in lui. E però è detto: neque nullum arborem: — Non tocare niuno arbore. Costoro non saranno mai tochi. Al tempo d’Antecristo quanti saranno quelli che cascaranno a terra de li incipienti e de’proficienti! Inde dice Iob a xl cap.: Foenum quasi bos comedent:3 — Mangiaranno il fieno quasi come fa il bue. — E questo sarà al tempo d’Antecristo per lui e per li suoi commessarii. E come allora sarà così, simile potrà essere ancora a’ nostri dì non molto di lònga, quando frate Bastone verrà a voi. Ma uno vantaggio può avere ciascuno: sai quale? A fuggire: chi fuggirà, camparà, e chi non fuggirà, credemi che elli sarà giònto4. E questo s’intende dove è detto: Neque