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tu lodato; — sempre addomandando di grazia quello che ci bisogna; non come il Lucifaro che ebbe tanta prosanzione, che elli tolleva ogni onore che era di Dio, e donavalo a sè, e non aveva il suo pensiero in altro, che al bene propio. Vidi siellam cecidisse de coelo. Terzo: dove cadde costui? In terra. Che condizione ha la terra, per dimostrare come questo luogo si confà a lui? La terra ha tre cose in sè:

La prima si è che ella è scura.

Siconda si è che ella è fredda.

Terza si è che ella è grave e ponderosa.

Prima, dico, che ella è scura. Se tu entri sotto terra, tu non vi vedrai se non tenebre e scurità, perchè ella non rende alcuno lume.

Siconda, la terra è fredda. Se in nissuno luogo stanno i ghiacci, si stanno in terra: non istanno già in aria nè in fuoco nè in aqua, se non per la freddezza de la terra.

Terza, dico, che la terra è grave, che sempre va in giù. Piglia la pietra, e lassala andare: non si resta1 che ella ha tocato il fondo; e se fusse possibile che ne la terra si facesse una apertura che passasse insino di sotto, dove si potesse vedere l’aria, gittandovi uno sasso o pietra si fermarebbe nel mezo, cioè nel centro de la terra. E Lucifaro fu fatto cadere del cielo in terra: dove aveva prima quelle condizioni chiare e splendide e leggiere, subito cascato prese le condizioni de la terra; cioè che il volere suo diventò freddo al far bene, el potere diventò grave e ponderoso, el sapere diventò oscuro e tenebroso. E perchè queste condizioni so’ poste nel centro della terra, però è posto il suo luogo nel Centro della terra, e non più là nè più qua.

  1. Il Cod. Pal., non si ristà; e il Cod. Sen, 6, ristarà.