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predica quadragesimaquinta | 493 |
nia tua,1 io pensai ne le mie vie e tirâmi adietro da la via che mi conduceva male e dirizami a fare tutti i tuoi comandamenti. E così ricognosciuto, e egli crede e vuogli imparare et observargli. Egli crede in ciò che tiene la santa chiesa, elli ode la messa e ’l vespero, egli è sempre col paternostro ne la bocha e nel cuore e con tutto che egli facci ciò che gli comanda la chiesa sì del guardare le feste e sì de digiuni comandati, che mai non ne vuole lassare niuno. Anco non che egli ne vogli lussare, ma ne vuole agiognere, chè vuole digiunare el vevenerdì a riverenzia de la passione di Iesù e anco el sabato a riverenzia di Maria sua Madre.
Egli cerca di salire più alto che la Chiesa non comanda, elli ubidisce el comandamento e anco pensa ai consigli de’ santi uomini e anco passa il comandamento e i consigli de’ santi uomini. Elļi non andava mai a predica niuna, e ora non ne lassia niuna. Sai come fa l’anima ben disposta? Ella fa, come fa uno vostro cittadino quando è fervente al vostro Comuno, che come ode sonare la campana cosi subito viene al Consiglio. Così fa costui come ode sonare la campana a predica così subito vi va, che meglio si fa al consiglio dell’anima.2 La campana è la tromba dell’anima che bandisce come fate voi ai vostri consigli; non fare come fa colui che non è disposto se non d’andare a la taverna la mattina per tempo o di stare in su le banche a dir maledi chi passa per via. Non in consilium malignantium: in questi luoghi si fanno i consigli de’ gattivi, se tu farai i tuoi consigli in tali luoghi non sarete mai buoni e non farete mai bene. E colui che è di questi tali, non mi