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42 predica trigesimaseconda


Dio1, sempre le batteva dicendo: Latum mandatum tuum nimis2: — Grande e largo è il tuo comandamento; — e io questo pensando si trasformava tanto, che quasi era unito in Dio con una trasformazione unitiva: Quae non licet homini loqui3: — Non è lecito a poterne parlare niente: — più tosto si può provare, che parlarne nulla. Credi tu ch’essi parlassero insieme? Hâlo tu4 veduto colà a casa in Capitolo? Io non so chi vel dipinse; ma chi ’l dipinse, per certo elli speculò prima molto bene innanzi che elli il dipegnesse. Elli il fece per modo che apare bene che elli sia fuore di sè e tutto in Dio trasformato. Mirali un poco ne la bôca sua quello che ti dimostra. Oh, quanto mi piace quello atto! chè per certo ine si dimostra come elli credeva in amore di Dio. Altre due ale aveva in mezzo, mostrando l’amore che elli portava a sè, che mai non volse per contentar la carne fare cosa che venisse in niuno atto o fatto a fare danno all’anima sua. Due altre5 a’ piei, dimostrando l’amore che elli portava al prossimo, sempre amaestrandolo, sempre amonendo e pregando che si dovesse guardare dal pecato, e seguisse la volontà di Dio, dandoli sempre gloria e onore. A Dio pensava nella sua passione, a sè pensava de la salute: al prossimo pensava e amaestrava, che dessero loda a Dio. E con queste sei ale era trasformato in Cristo Iesu crocifisso.

     Amor di carità,6
Perchè m’hai sì ferito?

  1. È da intendere; Quelle due ali di sopra, che dimostravano aver egli là mente a Dio, sempre le batteva ec.
  2. Salmo cxviij, vers. 96.
  3. Epist. seconda di s. Paolo ai Corinti, cap. xij, vers. 4.
  4. Il Cod. Pal.’, tu medesimo.
  5. Gli altri Codd. leggono: due altre ale ec.
  6. Le stampe, di caritate. È il principio di una delle poesie attribuite a san Francesco.