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predica quadragesimaquinta 487


Terzo, da persone famose.

Quarto, da persone infame.

Prima se è in fatti; recati ne la memoria quello che fu fatto a Cristo. S’io v’avesse a predicure una quaresima, io vi mostrarei el venardì santo; che la morte sua fu la più obbriobriosa e vituperosa morte che mai provasse criatura criata da che fu creato el mondo in qua. Io ve’ mostrarei co la prova in mano, sempre col detto de’ dottori. Di lui fu detto: Ego sum primus et novissimus, cioè a dire: io so’ el primo in gloria e ’l novissimo in vergógna; e fu morto nel tempo che v’era più gente che in niuno altro tempo, e fu morto da’ migliori del mondo a la apparenza di fuore, che per questo dimostravano che egli era gattivo. E fu morto da’ dotti e nò da ignoranti sicondo l’aparenza di fuore. E fu posto in croce, la più vituperiosa morte che si potesse fare, e fu morto nel mezo dì, fra terza e sesta, acciochè ogni gente il potesse vedere, e fu morto in dì di festa, che non era stretto niuno d’alcuno esercizio. E fu morto innudo come egli naque per dargli più tormento di vergogna. E fu posto in mezo di due gattivi come capitano de’ gattivi. Paionti obrobrii questi? E era signore del cielo e de la terra! Or vede in detti. Quante parole gli furono dette dispettose, l’uno diceva: va’ che qui destruit templum Dei. — Or va’ tu, che dicevi io disfarò el tempio di Dio. L’altro diceva: Si filius Dei es, salva temetipsum. Se tu se figliuolo di Dio, salva te medesimo. Insino al ladrone che era crocifisso con lui gli disse villania, dicendo: Si tu es Cristus salva temetipsum et nos. Se tu se’ Cristo salva te medesimo e noi. — Impara, impara da Cristo! Vedi che mai non rispose una parola altro che tutta buona. Fa’ anco così tu per lo suo amore, converte ogni cosa in bene; or fa’ ragione, per qualunque modo si sia, se