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predica quadragesimaquinta 485


farà? — O tu gli potresti dire: Che mi puoi tu fare? essendo tu buono. E egli ti potrebbe rispondare: Sai che ti farò? farotti adempire quello comandamento di Matteo a cap. che dice: diligite inimicos vestros1, amate i vostri nemici: quello pur non potresti tu adempirlo se tu non avessi chi t’odiasse, e se te l’adempi, pârti avere guadagnato. Se egli ti dà l’odio, non gli puoi tu dare l’amore? E perchè? Non vedi che hai guadagnato con uno piccolo capitale? Se egli è buono chi t’odia, adunque t’odia per lo tuo mal fare: acusa te nel fallo tuo. Se vuoi far bene non odiare lui: fa’ almeno poichè tu hai fatto uno male, cioè che tu se’ gattivo, non far peggio, che tu òdii colui che ti vuol male per lo tuo mal fare. Se egli è gattivo anco lui, fa’ la vendetta buona e utile per te, fa’ che tu ami lui se egli ti porta odio: in ogni modo se tu ti vuoi salvare è di bisogno che tu ami, tu se’ rinchiuso fra l’uscio e ’l muro, tu non ti puoi partire che tu non sia vènto o buono o gattivo che tu sia, elli t’è necessario d’amare el prossimo. Simile, o buono, o gattivo che sia colui che t’odia, t’è necessità d’amarlo.

La siconda aversità è l’essere contrariato. De le quatro cagioni sarà l’una:

O da’ savi.

O da’ pazi.

O per malizia.

O per ignoranzia. — Or volta tutti questi modi per contrario: voltali al bene tutti a uno a uno.

Se so’ savi, qualche cosa cognoscono, forse più che tu non cognosci tu; non lo’ portare odio, che non è di ragione.

  1. Vangelo di S. Matteo, cap. V, vers. 41.