Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
predica quadragesimaquinta | 483 |
Considera questi beni ne’ quali tu stai e dì, questi so’ pure beni transitori, so’ picoli e vigli: quegli so’ stabili e grandi e di grande prezo.
Questi so’ mondani, quelli so’ celestiali.
Questi corporagli, e quelli spirituali.
Questi so’ piccoli, e quelli so’ grandi.
Questi so’ come da fanciulli, e quelli da Angioli.
Questi si robbano, e quegli si donano.
Questi sfastigiano, e quegli dilettano.
Questi ci fanno lamentare, e quegli giubilare.
Questi atediano, e quegli consolano.
Questi ci fanno perdere e quegli ci salvano.
Questi con tribulazione e quelli con cosolazione. Ove siamo! Torniamo a casa.
Hai tu veduto come co le prosperità che tu hai in questo mondo, con richeze, con potenzie, e con onoranzie e con dilizie, con tutte queste cose, usandole bene, tu puoi guadagnare vita eterna; tu hai veduto ogniuno in due modi, che so’ otto modi, da poterli usare e salvarti.
Le richeze usate al prossimo con piatà, questo è ’l primo.
L’altro, usate per te con sobrietà.
Le potenzie pure, in due modi. L’uno stroppia el male e l’altro favoreggia el bene.
L’onoranzie: onora chi el merita per richeza e onora chi el merita per lo tempo. Ogniuno debbe onorare con carità.
Le dilizie: considera e’ beni terreni vili, e considera e’ celestiali perfetti.
Quello che non hai fatto per lo passato, fallo per lo advenire, usa questa prosperità per nodo che tu n’aquisti vita etterna. Quis sapiens et custodiet haec? et intelliget