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40 | predica trigesimaseconda |
pensava: — no, io non ho fatto nulla! — perchè elli era tanto quello che elli aveva in pensiero di fare, che ’l fatto non li pareva nulla. La morte è più dura che non è lo ’nferno. A lo ’nferno non vi si va se non per lo troppo mangiare, per lo troppo bere, per lo troppo dormire, troppo lussuriare; e la condizione che vi si usa, si è questa: che chi vi va, è il male arivato prima prima, e mai non è cacciato di quello luogo. E sempre ha dei servitori assai, che mai non ne li manca: per le molte delizie e contenti e diletti di questo mondo s’aquista questo, però che queste cose so’ insaziabili: quante più n’hai, più ne voresti.
Anco participa amore di questa condizione: chi ama regolatamente in amore di Dio, sempre cerca Iddio; e quanto più ne trova, più ne cerca. Simile, amando per amor di Dio il prossimo, quanti più trova, più n’ama, e mai non si saziarebe d’amare per amore di colui1, per cui cagione elli ama. E come per le molte dilizie s’acquista lo ’nferno, così per le molte fadighe s’acquista la gloria.
O donne, quando voi partorite, quanta fatiga portate voi? Oh, assai; e poi che voi avete parturito e avete il fanciullino, quanto diletto e allegrezza, che non vi ricordate d’avere aûta fatiga niuna! Così potiamo dire che fusse in santo Francesco. Elli patì in questa vita per amore di Cristo ogni fatiga, ogni pena, ogni affanno, e la fatiga non gli pareva fatiga. Or pensa tu se egli era fuor di sè! Anco la fatiga gli era diletto, perchè elli aspettava riposo spirituale, el quale doveva durare eternalmente. E questa è una de le cagioni, che una anima innamorata di Dio non teme martiri, che elli riceve o
- ↑ Nel Cod. Pal., per amore di Dio il prossimo, e di colui ec.