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rechiata per lui, se Idio avesse date tante grazie a uno -ladrone quante m’ ha date a me, elli ne sarebe stato più •cognoscente ch’io non ne so’stato io. Io cognosco ch’io so’ pieno d^ ingratitudine. — Aviamo questo detto di Favolo: hahentes testimonium ab iis que foris sunt». Doh, impara stamane questa regola, quanto più è umile la criatura tanto gli pare maggiore uno pieeolo servizio, però ehe la mente umile molto stima quello ehe egli ri- ceve. La mente superba non fa così, anco volta la mano a contrario, che se egli riceve una grazia, gli pare che altri gli li debbi fare per dovere. Francesco gli pareva tanto grande grazia una gociola d’ acqua che Idio gli dava quando egli l’aveva, che non pareva a uno superbo, un gran fatto; e però Francesco, che era umilissimo, co- gnosceva più le grazie e più le stimava che niun altro meno umile di lui, e ogni cosa che elli aveva, gli pareva averla riceuta, per grazia da Dio e a lui gli pareva es- sere pieno d’ ingratitudine a modo che s’ egli fusse uno grande pecatore et vox ilUus sicut vo x aquarum multammo e questo basti per le siconde quatro. Vede r altre quatro. La prima si chiama santa esemplazione, chè elli fa- cesse cose le quali fussero buone e utili dentro e di fuore, dentro in sè e di fuore al prosimo. Hahentes testimonium ab iis qui foris suni, — Quelle opere di fuore erano el testimonio di quello che era dentro: la testimonianza sua tei dimostra la vita sua: non de’mai altro che buono esemplo ne la vita sua, fondato nel saldo de la santa scrit- tura. Sic luceat lux vera coram hominibus ut videatur opera 1 Epist. prima di ^ Paolo a Timoteo, passo citato anche nella Predica XXll — Vedi al Voi. II p. 184 nota 5.