Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
predica trigesimaseconda | 39 |
sia stato il più ghiotto uomiciulo1 che si lèga. Elli trovava le più dolci parole2 del mondo; e inde si vede che la sua non fu sapienzia umana, ma più tosto divina. Hai che andando una volta, elli fu veduto come una fornace ardente: va’, vedi fra i miracoli suoi. Anco mi ricordo d’uno che prima che elli abandonasse il mondo, che vidde uno palazo con cinque finestre fatte a suo nome; più anco una montagna fu veduta che ardeva. Guarda al vij cap.: Ponam me super lampades3. Quando Francesco pensava de’ fatti di Cristo, egli aveva tanto in pensiero questo Cristo, che nulla aveva altro ne la mente. Quando egli prese questo abito per amore di Cristo, elli il volse fare portare con segno che dimostrasse l’amore che egli li portava. Elli fece questo vestire, come voi fate uno capparonea due aque. Vedi che elli è fatto come una croce; chè come aveva dentro in sè Cristo Iesu crocifisso, così volse portare per abito la croce per lo suo amore. L’amore è più forte che non è la morte. Vedi che per la morte ti conviene lassare ogni cosa: abbi de la robba a tuo modo, che tutta la lassarai, e andaràtene con lei.
Per comparare amor, tutt’àggio dato;
chè a lui non gli parve mai avere fatto nulla, e non rimase mai contento di quello che aveva fatto. Sempre
- ↑ Il Cod. Sen. 6, humiciuolo; il Cod. Pai, homicciuolo. Per ghiotto poi è da intendere appetibile, attrattivo.
- ↑ Il Cod. Pal., le più ghiotte parole e dolci.
- ↑ Sembra che il cap. qui citato sia l’ottavo della Cantica, vers. 6: Pone me ut signaculum super cor tuum:.... lampades eius, lampade^ ignis atque flammarum.