Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
predica quadragesimaquarta | 461 |
godeva de’ suoi martorî per lo grande ardore de la carità e così anco molti altri santi. Simile dico di santo Francesco che, con tutto che elli avesse de le persecuzioni, de le pene nel corpo, disagi e affanni sempre, per l’amore di Dio gli portava volentieri. Credi che gli fusse mai dimandato di verno, quando erano i grandi freddi che altri sta inguantato e impelluciato,1 se a lui faceva freddo? Si, che ne deve essare domandato; e la risposta sua doveva essare, Idio dà el caldo sicondo e’ panni.
Chi è in carità e in fervore, egli arde dentro e dimostrasi insino di fuore, nell’anima e nel corpo, me quando el bollore è sì grande che e’ fu trabocare el pignatto di fuore. Come hai quando Santo Francesco volse andare al martirio al Soldano, che egli disse: io voglio che noi facciamo un poco co le parole. Era el suo animo a volere disputare. Come il Soldano vidde questo gli volse dare grandissimi doni. . . . . . 2 Oh, oh le sue prediche! Va’ legge quando egli ebbe le stimate con quante preghiere egli le domandò a Dio. Sai che fu quello? Fu uno svisceramento d’amore. Et hic trasformatur cor amantis in id quod amatur, ut pareat foris iuncti ligamen amoris.
Così si trasforma el cuore dell’amatore ne la cosa che egli ama, acciò che l’amore el suo legame congiunto si dimostri di fuore. E gli si dimostrò in lui quando e gli apparve e’ segni de’ chiovi e de le mani e dei piei di Iesu ne le mani e ne’ piei di Francesco. Oh che brevileggio fu questo! Fu uno brevileggió dimostrativo, che quelli chiovi che forarono le sue mani e suoi piei