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rai niuna regola che in loro sia l’arte del predicare. O gli altri non debano o non sanno predichare? Dico che sì, ma io dico che non l’hanno per regola come l’ordine nostro.

E così se’ gionto a la terza. Che poi che ella è vita evangelica, debba avere in se la vita come egli la predica ad altrui, e questo s’intende: adnuntian eis vitia et virtutes penam et gloriam. Ogni volta che tu predichi fa’ sempre dica la verità, e di cose che sieno utili prima a te e poi al prossimo: se nel tuo dire tu avesse questo ogetto che tu rimprendesse altrui e poi tornasse a casa e imitasse te medesimo. — Doh, che io ho detto! o io so’ pieno di questo vizio ch’io biasimo tanto; or io me ne voglio rimanere. E se non bisogna riprendare te, allora tu predichi veramente el Vangelo. Non è altro el Vangelo se non che l’uomo sia virtuoso, lassi el vizio e segua le virtù, téma la pena e ami la gloria. Ogni volta che tu oda ch’io dica contra al Vangelo, sì mi’ alapida. Se tu mi sai insegnare in niun’altro modo come sia fatto el Vangelo, io el voglio imparare. Già fu tempo ch’io nol predicava, ora so io ch’io el predico; tempo fu ch’io lo spremevo come io sapevo, e non vedevo mai niuno frutto; ora, da XV anni in qua, ho veduto che questo è meglio che quello ch’io facevo. Qui ci si mostra ogni cosa e dicoti e affermoti che questo è il vero predicare el Vangelo. Sai che fa questo predicare? È come a essare in uno prato dove siano di molti fiori e tu cogli questo fiore e poi quell’altro e poi quell’altro, e così te ne fai una ghirlandetta e portitenela in capo quando tu impari quello che ti bisogna imparare. Se vuoi salvare l’anima per rendarla a Dio, o non vedi tu che la santa Chiesa ha ordinato ogni cosa a’ salute dell’anime? L’epistole di santo Pavolo e degli altri