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dre per allevare el figliuolo e per averlo lattato sempre ha più tenareza al figliuolo. E anco so’ più tenare e più piatose che non è l’uomo. E di questa tale condizione sentiva Francesco. Sempre era mosso da grandissima compassione verso el prossimo. Un altro latte è ancora dato a le criature, cioè latte per l’anime; e questo è la predicazione. Anco è el dare buono esempro di se. Quando egli vedeva uno che dava gattivo esempro egli si consumava tutto quanto, e amonivalo e pregavalo, e non si ristava mai per fare onore e gloria di Dio. E così quando vedeva uno che faceva qualche frutto, qualche opera virtuosa egli el benediceva, egli el lodava sempre, perchè ogniuno s’avezasse a far bene. Quando egli vedeva ne’ corpi alcuna infermità, egli gli visitava, egli n’aveva compassione. Se vedeva el lebroso, credi che egli el fugisse? Certo no, e se gli poteva fare alcuno bene, sempre gli faceva. Se vedeva uno povaro mal vestito, se egli aveva il suo vestimento migliore che quello del pòvaro, egli se lo spogliava e davalo al povaro, tanta era la piatà. e la compassione che gli aveva. Mo.., de le bestie, non che de le persone, era piatoso! Quanti miracoli se ne viddero qui al Arbero di santo Francesco. Mi disse una monna Bartolomea, che ârebbe ora da CXX anni, mi disse,1 che uno nostro antico de’ santo Francesco2 uno fagiano, che andando santo Francesco ora qua et ora colà, che sempre quello fagiano li an-

  1. Altrimenti detto l’Alberino luogo fuori di Porta Ovile dove, è tradizione, dormendo S. Francesco nel 1225 in una caprareccia, una mattina trovò il suo bastone, che aveva la sera fitto in terra, cresciuto in un altissimo leccio.
  2. Qui evidentemente manca qualche parola ai Codd. forse le parole da sostituire sono: le aveva raccontato di uno fagiano, o simili. Il racconto non sembra completo neppure in fine.