Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
448 | predica quadragesimaquarta |
te persecuzioni, per tante invidie, per tanti odi, che fu uno miracolo attacandosi sempre al detto di santo (Luca):1
Oportuit Christum pati, et sic intrare in gloriam suam: — Fu di bisogno che Cristo patisse pena, passione, infamie e ingiurie in molti modi e così entrare ne la gloria di vita eterna.
L’ultima fu giustizia, che provò tanta pena e passione quanto fosse stato uno màrtoro, e sempre si mantenne giusto secondo Idio, e non però abandonava la vita contemplativa, perchè elli usasse2 l’attiva, chè el dì era nella vita attiva e la notte ne la contemplativa, era in lui lo spirito de la Sapienza et in amaestrare gli altri e lo spirito del consiglio. Simile lo spirito della forteza contra a le tribulationi, così lo spirito de la scienzia, chè fu sapientissimo uomo, e lo spirito de la pietà inverso i popoli et ultimamente lo spirito del timore di Dio: egli aveva tanto questo timore di Dio, che tutto tremava di paura di non commettere cosa che fusse contra a la volontà sua. Io non mi vo’ dilatare, che s’io c’entrasse a dire, io direi troppo lòngo; diciamo che basti per la prima fiamma d’amore che fu in vita attiva, abituazione.
La siconda fiamma fu in vita contemplativa, diletazione. Dimostrasi dove Giovanni dice: et in medio candelabrorum aureorum simile filio hominis. — Nel mezo de’ candelieri dell’uomo simile al figliuolo dell’uomo; dove per questa parola che dice in mezo, dimostra tre vite, cioè:
Vita attiva: Marta.