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predica quadragesimaquarta | 447 |
venne al sicondo, de la umiltà profonda; chè giònto al padre si spogliò di non volere della robba del mondo. Allora el padre el fece mèttare in prigione: infine, vedendo el padre chè questo suo figliuolo non voleva robba del mondo, anco voleva vivare pòvaro, disse: — io voglio che tu rifiuti ogni redità de la mia robba: poi che tu non ne vuoi, renunzia. — E egli ridendo disse: — io rinunzio, e spogliossi d’ogni cosa che aveva del padre, e rendella al padre in presenzia del vescovo. E così ispogliato, el vescovo il ricoperse co’ panni suoi. Allora disse Francesco: — Pater noster, io non ho altro padre in terra che te. — El vescovo gli diè allora uno capparoncello a due acque, e elli acettatolo, se ’l misse in dosso colla caparuccia in capo, e cinseselo cor una ginestra, e cominciò ad andare attorno, faciendo penitenzia. E frate Bernardo dottore e cavaliere andò con lui insieme, el quale si convertì e diessi a umiltà con lui. E da questo venne poi a penitenzia, dando buono essemplo di sè, purificando la sua coscenzia co la confessione e co la comunione, intanto che egli ebe spirazione da Dio, che tutti e’ suoi pecati gli erano stati perdonati.
Da questo venne al quarto, insegnando a’ compagni di vivere con buona coscienzia. Ellino cominciarono a multiplicare e a infiammare nell’amore di Dio: avendo abandonato el mondo e dispregiatolo, cominciaro poi andare a due a due, che erano già sette. Operazione di Dio fu che poi a certo tempo si ragunaro e ordinaro quello che piacque a lui.
Poi venne al quinto, chè de la grazia venne a la sapienzia; che venne in tanta sapienzia, che pareva una arca di sapienza.
Poi passò al sesto, a la pazienzia. Elli passò per tan-