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venne al sicondo, de la umiltà profonda- chè giònto al padre si spogliò di non volere della robba del inondo. Allora el padre el fece mèttare in prigione: infine, ve- dendo el padre chè questo suo figliuolo non voleva rob- ba del mondo, anco voleva vivare pòvaro, disse: — io voglio che tu rifiuti ogni redità de la mia robba: poi che tu non ne vuoi, renunzia. — E egli ridendo disse: — io rinunzio, e spogliossi d’ ogni cosa che aveva del pa- dre, e rendella al padre in presenzia del vescovo. E così ispogliato, el vescovo il ricoperse co’panni suoi. Allora disse Francesco: — Pater noster, io non ho altro padre in terra che te. — El vescovo gli diè allora uno cappa- roncello a due acque, e elli acettatolo, se ’l misse in dosso colla caparuccia in capo, e cinseselo cor una gi- nestra, e cominciò ad andare attorno, faciendo peniten-

zia. E frate Bernardo dottore e cavaliere andò con lui

insieme, el quale si convertì e diessi a umiltà con lui. E da questo venne poi a penitenzìa, dando buono es- semplo di sè, purificando la sua coscenzia co la confes- sione e co la comunione, intanto che egli ebe spirazio- ne da Dio, che tutti e’ suoi pecati gli erano stati per- donati. Da questo venne al quarto, insegnando a’ compagni di vivere con buona coscienzia. Eliino cominciarono a multiplìcare e a infìahimare nell’ amore di Dio: avendo abandonato el mondo e dispregiatolo, cominciaro poi andare a due a due, che erano già sette. Operazione di Dio fu che poi a certo tempo si ragunaro e ordinaro quello che piacque a lui. Poi venne al quinto, chè de la grazia venne a la sa- pienzia; che venne in tanta sapienzia, che pareva una arca di sapienza. Poi passò al sesto, a la pazienzia. Elli passò per tan-