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predica quadragesimaquarta | 443 |
punto, gabato Idio: — Non ti curo, Domine, ch’escito so’ del verno.1 — El buono quando ha provato e cognosce che ha fatto male, subito s’ingegna di tirarsi adietro dal mal vivere, e comincia a caminare per la buona via.
La siconda si chiama umiliazione profonda. Quando elli ha de le bastonate come l’asino, allora elli si ricognosce e ricordasi di sè, che prima non si ricordava se none del mondo; e così tornata in sè, ricognosce l’anima sua, la quale diventa illuminata e provata, e cognoscesi peccatrice, e’ diventa pura pura a poco a poco. Udiste mai che l’asino non cade più che una volta in uno luogo?
La terza è questa: dico che l’asino quando cade co la soma in uno loco, sempre si guarda di non passare colà dove elli cadde, perchè vi patì grande fatiga. Così fa l’anima che cognosce il pecato che elli ha fatto, sempre si guarda di non cadervi più. Ha più cognoscimento l’asino in questo, che non ha l’uomo: l’asino si ricorda che li fu tirato per l’orechie e lì fu bastonato. Se l’uomo pensasse a la pena che ârà a patire del pecato, oh, quanto sarà magiore che le bastonate o il tirare dell’orechie all’asino! Molti fanno cuoio duro: come so’ confessati non pensano d’averne a patire più pena. Eimmè, che la cosa non andarà così! Se non vorrai essere di quelli che vogli tornare a Dio, con tutto che abbi fatti de’ peccati assai, se torni, farai bene per te e darai anco buono assemplo agli altri gattivi, e da’ lo’ indizio che si ritragghino dal mal vivere col tuo buono essempio. E hai già vedute tre cose.
- ↑ Vecchi proverbi, che equivalgono al più noto e comune: avuta la grazia, gabbato lo santo.