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predica quadragesimaterza | 437 |
E’ Serafini contemplano l’alteza e la profondità e latitudine d’esso Idio. L’alteza, vedendolo in tanta signoria. La basseza, essarsi messo a la morte per amore1 de’ suoi fedeli. La largheza, vedere la smisurata sua carità; e ispechiansi in quello vivo e abondante e soprabondante fonte di sapienzia, el quale sparge le grazie sue a tutte le criature create. E così contemplano la incarnazione che Elli fece in Maria sua dolce madre, la quale, senza alcuno mezo, riceve tutte le grazie da Lui, e Lei le porge a’ Serafini per mandarle quagiù a noi: e così essendo innanzi al cospetto e di Maria e di Iesu unito al Padre, so’ illuminati per tal modo che non hanno alcuna scurità, nè dentro nè di fuori, ma tutti radiosi e ardenti di carità, riceute le grazie, le mandano a noi, acciò che noi veniamo a ricevare quel dono el quale esso ha aparechiato a chi fa la volontà sua. E il loro operare non è altro che gridare a Dio: Amore, amore, amore, amore.
Or coglie insieme. Tu hai veduto stamane sopra al nostro tèma de la creazione de li Angioli, come furo criati da Dio. Facis angelos tuos spiritus. Ne la prima parte, dove vedesti come rimasero ne la grazia di Dio per la umiliazione che fecero al figliuolo di Dio umanato: e Lucifaro vedesti andare in perdizione co la maladizione di Dio. Ne la siconda parte vedesti la loro ministrazione: et ministros tuos, dove vedesti in Daniello la quantità che stanno dinanzi a Iesu Cristo unito al Padre; tanta quantità che non si può nominare. Ne la terza parte hai veduto la loro infocazione, dove hai assai ben compreso come le grazie di Dio discendono2 in noi per mezo di nove cori d’an-