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• E’ Serafini contemplano V alteza e la profondità e latitudine d^ esso [dio. L’alteza, vedendolo in tanta si- gnoria. La basseza, essarsi messo ala morte per amore * de’ suoi fedeli. La largheza, vedere la smisurata sua ca- rità; e ispechiansi in quello vivo e abondante e sopra- bondante fonte di sapienzia, el quale sparge le grazie 5ue a tutte le criature create. E così contemplano la ncarnazione che Elli fece in Maria sua dolce madre, la juale, senza alcuno rnezo, riceve tutte le grazie da Luì, ì Lei le porge a’ Serafini per mandarle quagiù a noi: 5 così essendo innanzi al cospetto e di Maria e di lesa mito al Padre, so’illuminati per tal modo che non han- IO alcuna scurità, nè dentro nè di fuori, ma tutti radiosi ) ardenti di carità, riceute le grazie, le mandano a noi, cciò che noi veniamo a ricevare quel dono el quale sso ha aparechiato a chi fa la volontà sua. E ài loro DI’perare non è altro che gridare a Dio; Amore, amore, Ji more, amore. Or coglie insieme. Tu hai veduto stamane sopra al ostro tèma de la creazione de li Angioli, come furo criati a Dio. Facis angelos tuos spiriius. Ne la prima parte, dove edesti come rimasero ne la grazia di Dio per la umilia- ìone che fecero al figliuolo di Dio umanato: e Lucifaro edesti andare in perdizione co la maladizione di Dio. [e la siconda parte vedesti la loro ministrazione: et mi- istros tuoSj dove vedesti in Daniello la quantità che stanno inanzi a lesu Cristo unito al Padre; tanta quantità che on si può nominare. Ne la terza part e hai veduto la loro focazione, dove hai assai ben compreso come le grazie [ Dio discendono ® in noi per mezo di nove cori d’an- ^ Nel Cod. Pai. e nel Cod. Sen. 6, per la salute. 2 II Cod. Pah ha^ si distendono.