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436 predica quadragesimaterza


e celestiali; e la sua clemenzia tanto benignamente operata per la salute dell’anime. Dove contempla, essendo lui sommo, potente, sapiente e clemente, s’aumiliò tanto, e tanto si chinò per noi, che volse farsi mortale, essendo immortale, mettendosi ne le mani de’ peccatori per la salute umana. E in questo contemplando, si viene a spichare da le cose del mondo e apicharsi a le cose alte de la gloria, in speculazioni di vita eterna.

E Cherubini aoperano un’altra virtù in noi, che infondono nell’anima una chiarità di Dio tanto grande, che ella vede insino dentro ne lo spechio del cospetto di Dio e in esso vede tutte le cose che piacciono a Dio e non può pensare altro che ne la sua sapienzia infinita; e raguardando in esso, sta affiso e fitto. Elli vede quine dentro quello pelago smisurato d’ogni virtude. Là dove vedendovi tante cose elli ha tanti riguardamenti; elli ha il pensiero suo in tante cose a un tratto, che elli vi rimane dentro profondato e alagato, e non sa che dirsi vedendo tante cose, se non che egli s’atacha a queste parole: O, O, O, Magnus dominus et laudabilis nimis: terribilis est super omnes deos1. Oh magno signor mio grandissimo, e degno d’essere laudato in tutte le tue operazioni che hai fatte e in cielo e sopra al cielo e sotto il cielo, e in terra e sotto terra, che ogni cosa hai fatta co la infinita. sapienzia tua! Tu se’ degno d’essare esaltato sopra a tutte le cose. Tu se’ sommo bene; Tu se’ vera requie; Tu se solo la speranza e gloria di tutti i fedeli. — E così stanno in tanta maraviglia e gloria, che non si ricordano altro che di Dio, vedendo in lui tutta verità2 perfetta e gloriosa.

  1. Salmo lxxxxy, vers. 4.
  2. Virtù, legge il Cod. Pal.