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predica quadragesimaterza 431


operava il bene in ogni modo che sapeva o poteva con tutti i suoi sentimenti del corpo e de la mente. E questo ha voluto dire Daniello. Milia milium ministrabant ei et decies milies centena milia adsistebant ei.

Che ci vedi tu in questo numaro? Non ci vedi se non tre numari. X., C. e M. Dove potiamo vedere che in questi tre numari è ogni perfezione che si può dire. Prima è X, significa le cose naturali. Sicondo è C, significa le cose umanali. Terzo è M, significa le cose divinali. Questi so’ tre cognoscimenti che può avere la criatura sì de le cose del mondo, e sì de le cose superne, e anco de la filosofia. Idio ha creato tutte le cose naturali e umanali e divinali. — Or guarda nel dire di Daniello che dice milia milium, vedi che due volte ci ricorda el mille, dimostrandoti due perfezioni di vita: vita attiva e vita contemplativa. Ognuna per se è numaro di mille. Ne la prima potiamo considerare di questi elimenti, aria, terra, fuoco, aqua, e ciò che è in questo mondo. Che ciò che tu ci vedi, vengono per mezzo di questi elementi. Queste cose so’ naturali, e nel numaro di Daniello e posto che sia el X. Ne la siconda potiamo avere il sicondo cognoscimento de le cose virtuali, cioè: tutte le cose che so’ atte all’aiuto dell’uomo: C. Nel terzo cognoscimento puoi intendare chi si leva a le cose spirituali, e questo è il M. Anco dimostra questo detto che sia nelli Angioli, Milia milium ministrabant ei et decies milies centena milia adsistebant ei, col perfetto intelletto loro. Nel primo numero è da intendare la divina sapienzia. Nel sicondo la divina clemenzia. E nel terzo la divina potenzia a contemplare Idio: questo, centena milia.

Vedi tu questi tre numari, X, C. M? El amarc Idio, è X; el operare le virtù, è C; el contemplare e godere Idio, è M.

Hai reduto che tre volte c’è dentro M.