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428 predica quadragesimaterza


sempre saglie in su, e vede molto ben lume. Ella cognosce il bianco e cognosce il nero: cognosce il bene, e cognosce il male. Ella cognosce chi fa e’ leciti contratti, e chi non gli fa. Ella cognosce ciò che egli fa lui, e anco cognosce ciò che fa un altro. Credi tu che ’l mercatante cognosca se elli fa male quando elli vende più la sua mercantia, più a credenzia che a contanti? — Certo no. — Sai perchè? Perchè elli non ha meditato.

El vero gli pare falso: el falso gli pare vero. Se avesse fatto come doveva, non sarebbe stato ingannato come elli è chè infine n’ârà a rendere ragione al sommo giudice.

E qui hai potuto comprendere cinque atti di discrezione i quali ti dimostrano el vero dal falso, cioè:

Prima, udire.

Sicondo, levar via le passioni.

Terzo, andare da le sensibili cose a le insensibili.

Quarto, sempre ne le cose spirituali pensare. Vieni al quinto poi, e ’cognosci il vero dal falso. E inde santo Agostino riprendendo la mente, la quale è più gentile, dice che quanto è più atta a le cose superne, meno si diè impacciare a le cose basse e carnali.

Queste che seguitano so’ da tocarle con mano: come tu sai chu molte cose si dicono in predica le quali si tocano con mano.

El primo è dilettarsi nel vero che altri ode; el quale elli senza fallo cognosce essere così. Io cognosco tal volta colui che m’ha inteso, quando io dico una cosa: e vegolo negli atti di fuore quando egli la toca con mano. Questo solamente è per l’aumentare de le ragioni, che vego che tanto gli piacciono che ne piglia diletto, e intendemi a ciò ch’io il voglio induciare.

Sicondo è, chè poi che egli ha udito e inteso, e’ egli