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424 | predica quadragesimaterza |
che tu non lo debbi nominare invano, allora e tu ti prepari e proponi di volerlo fare; e da quello e tu vieni a pregare Idio, che ti mandi la grazia. E da quello e tu vieni a l’altro, cioè del mal fatto ti penti e confessitene, e duolti che non hai fatto del bene. E da questo tu vieni a l’altro, che tu ti guardi di non cascare più in cosa che sia contro a Dio; e come tu se’ venuto insino a qui, allora e tu se’ nella innocenzia. E da questo vieni alla giustizia delli altri cinque.
Prima, vieni a la volontà.
Da la volontà vieni a perseveranzia.
Da la perseveranzia vieni al cognoscimento di nigrigenzia.
Dal cognoscimento di nigrigenzia vieni al zelo di Dio; chè udendo nulla contra a Dio, non lo puoi sofferire. E dal zelo vieni all’ultimo, che ogni cosa che tu fai, tu n’ai dolceza per lo amore di Dio. E così hai veduto l’ordine del primo e del sicondo Comandamento di Dio.
Vieni ora al terzo che dice: Memento ut diem sabbati santifices: — Che vieni a guardare el dì de la festa comandata.
Sicondo, ti proponi.
Terzo, ti racomandi a Dio.
Quarto, ti confessi, se se’ stato trasgressore.
Quinto, t’astieni per l’avenire e te ne guardi.
E questi so’ quelli della innocenzia.
Gli altri de la giustizia.
Tu guardi la festa con volontà.
Perseveri non otto dì, no, ma sempre.
Stai saldo e fermo nel volere di Dio.
Hai il zelo in ciò che comanda.
E poi godi e ralegriti di ciò che t’ha comandato, e fâlo volentieri a sua loda e gloria.