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predica quadragesimaterza 419


Or vedete queste dieci grazie a voltarle a contrario, cioè che quello che è di Dio, tu l’attribuissi a te, e vedrai come la cosa andarà. Oh, egli è il gran pecato l’amor propio! Se tu aôperi queste cose a onore e gloria di Dio, mai non puoi errare: se l’aôperi a tuo ben propio, mai non puoi fare ben niuno. Tu debbi comprèndare che Idio sommo bene, dal quale vengono tutti i beni; e se tu avessi il pensiero e tenesse che niuno bene venisse da te, non vedi tu che tu t’atribuisci quello che è suo? Da te so io bene che non può venire altro che male, e da lui non può venire altro che bene. E però ogni bene che ti viene fatto, fa’ che tu ne renda grazia a lui, chè da lui venne. Così dico d’ogni bene de la terra che tu hai, o vuoi guadagnato o non guadagnato; in ogni modo che tu l’hai, rendene grazia a lui. Quale credi tu che fusse la cagione che Idio comandò che a lui si desse la Decima? Vuolti dimostrare che ogni cosa viene da Ini, e vuole che tu la riconosca da lui. E però vuole ogni cosa la Decima. Ode Davit, se ogni cosa viene da lui: Domini est terra et plenitudo eius1: Del Signore è la terra ciò che in essa è. — Però t’aviso che tu dia la Decima; ricognoscendo da lui el bene che tu hai.2 Se vuoi che ogni cosa ti vada prospera3, che d’ogni bene che tu hai, che tu ringrazi Idio, e ogni bene che ti viene, ricevelo da lui; e come tu il ricevi da lui, così ne dà, e come lui ha ordinato, così mette ad effetto. E se tu non la dai, a casa calda n’andarai.

O cittadini, oh, voi avete si condutta la decima, che

  1. Salmo xxiij, vers. primo.
  2. Negli altri Codd., ciò che tu hai.
  3. Il Cod. Pal., prosperosa.