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predica quadragesimaterza |
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dare grazia, non mi sia obbligato nè di creazione nè di grazia nè di gloria. Non ci è via nè modo niuno, se non solo questo: che bisogna che chi mi vuole ristorare, participi l’umanità e la divinità; e allora questo tale potrà rèndarmi l’onore mio a suficienzia, però che l’uomo solo non è sufficiente. Adunque, io mandarò el mio Figliuolo, el quale è unito con meco, e farollo incarnare, e così incarnato potrà rèndarmi el mio debito, e voglio che elli sia capo di tutte le cose criate: lui sia capo, e li Angioli e li uomini saranno i membri. Tutti loro onoraranno questo capo Cristo Iesu, e Cristo onorarà me, el quale participarà me, e io lui; e per amore di questo Cristo potranno rèndarmi grazie. — Vedendo li Angioli questa volontà di Dio, subito col capo basso umiliati a questo Cristo Iesu incarnato, el presero e tennero e tengono e terranno per loro capo. Non ci era altro modo che questo, che bisognava che fusse uomo chi gli rendeva grazia. E dal canto di Dio bisognava la divinità, acciò che vi fusse la potenzia, e così fu. Adunque, così fatto, egli gli diè la signoria sopra a tutte le cose che egli aveva create, sì della terra e sì dell’aqua, dell’aria, del fuoco, de’ pianeti, de’ cieli, delli Angioli, delli Arcangioli, de’ Principati, de le Podestà, de le Virtù, de’ Troni, de le Dominazioni, dei Cherubini, de’ Serafini, de’ Patriarchi, de’ Profeti, delli Apostoli, de’ Martori, de’ Confessori, de’ Vergini, di tutti e’ Santi e di tutte le Sante e d’ogni cosa criata. Ciò che elli criò, criò per lui, acciò che esso ne fusse signore. Adunque, tu il vedi Signore de’ signori; e però ha tanta preminenzia, perchè elli participa umanità e divinità. E per questo disse Davit: Gloria et honore coronasti eum, Domine, et constituisti eum super opera manuum tuarum. Omnia subiecisti sub pedibus eius: