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predica quadragesimaterza 407


apertamente che tutti gli Angioli che si salvaro e tutti gli uomini che mai si salvaro o che mai si salvaranno, tutti sono salvati per amore del Figliuolo di Dio, cioè de la incarnazione sua.1 Doh, voliallo vedere? Or mi di’: merita Idio d’èssare amato et onorato dalla criatura la quale è stata fatta da lui? Certo, infinitamente merita d’èssare amato, solo per averci dato l’èssare. Ma dimmi: che cosa è più nobile che l’èssare? Sai che cosa ella è? Che senza esso non può èssare nulla. Or pensa tu quanto tu l’hai da ringraziar solo di questo; ma agiógne a l’èssare la grazia che elli ci ha data, quanto merita d’èssare amato più? O, o, o, in infinito!

Oltre. Pensa ora se oltre a la natura e a la grazia elli t’agiógne la gloria, quanto il doviamo più ringraziare? Sai quanto più? Quanto e’ non si può esprimere: più farai col pensiero, che co la lingua; però che la lingua manca: nè anco lo intelletto non è sufficiente a pensarlo; sì che non essendo l’uomo possente pure a considerarlo, pensa come elli è possente ad operarlo. E perchè elli è impotente, chè non può per niuno modo fare tanto bene, che elli possa rèndare grazie a Dio solamente della criazione, che è la minore cosa delle tre, come dunque credi potere rèndarli grazia di tutte e tre, della criazione e della grazia e della gloria? Or non vi pensare, chè mai non potresti fare, e per questo si convenne che Iesu incarnasse. Vedendo Idio che non era possibile che niuno gli rendesse le debite grazie che elli meritava, disse: — egli bisogna pure che e’ mi sia renduta tanta loda, quanta si confa a me, al benefizio ch’io l’ho fatto. Che modo ci è? Bisogna che chi m’ha a rèn-

  1. Nel Cod. Pal. si legge, per amore della incarnazione del Figliuolo di Dio.