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predica quadragesimaterza 395


Minuisti eum paulo minus ab Angelis: gloria et honore coronasti eum et constituisti eum super opera manuum tuarum: — Tu l’hai diminuito più basso che li Angioli et hâlo incoronato di gloria e d’onore et hâlo costituito sopra a l’opere delle tue mani. Come costoro ebbero inteso che Idio voleva incarnare e farsi tanto basso, molto se ne maravigliavano. Allora Idio lo’ disse: — Io vi pongo in libertà questa legge: chi sarà quello che si vorrà umiliare al mio volere e adorare l’uomo unito con Dio, sempre starà in gloria in eterna pace; e chi non si vorrà umiliare a questo uomo, sarà sbandito e scacciato da tanta gloria, quanta âranno quelli che ’l vorranno ubidire e onorare e adorare; e chi gli darà contra, sarà messo in affanni e in tribulazione. Tutti quegli che consideraro la sua somma bontà, che a lui si voleva ubidire et umiliare, perchè lui era quel sommo bene da cui procedeva ogni bontà, e considerando che da lui avevano avuta la creazione, proposorsi di volerlo ubidire. E così umiliati accettaro la grazia che lui l’aveva aparechiata; e così ricevuta la grazia, furo confermati ne la volontà sua di sempre ubidirlo, e così data lo’ la grazia, furono confermati di mai non potersi1 pèntare, e così rimasero. Ma il Lucifaro fece l’oposito a costoro con tutti quelli che ’l volsero seguire; el quale non contemplava Idio umanato, ma contemplava sè medesimo, avendo il suo pensiero a l’amore propio, vedendosi tanto bello, tanto nobile, in tanta altezza, che era sopra a tutti gli altri, da Dio in fuore. E perchè si vide in sì nobile stato, ebbe invidia a la natura umana che doveva essere esaltata sopra di lui, ed inde venne considerando sè in peccato di superbia, chè disiderò d’essere sopra tutti gli

  1. Il Cod. Pal., non partirsi nè potersi ec.