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verenzia,.... e tu l’hai guasto, sai! Io ti dico che centomila diavoli te ne portaranno, anima maladetta, che l’hai già tagliato co le forbici!1 Oimè, perchè hai fatto così? Hai levata la divozione a chi l’aveva! Deh, figliuoli, non crediate a chi v’ha detto cosa che sia mancamento dell’onore e de la loda di Iesu benedetto! Anco, se mai l’avesti, oggi l’abbi più che mai. Guarda le lèttare, dove v’è scritto Iesu, o dove è la croce. Guardate che non ne facciate niuna inriverenzia, però che abilemente può per tua colpa capitare, immè! al privale2, e immè! ponvi mente. O tu, larda le lèttare! O tu, ne fa’ altra guardia! E però dico,3 che predicando questo santo Antonio, e Francesco gli apparve volendolo udire nel suo predicare. E fu verificato quello detto nella Cantica:4 Meliora sunt ubera tua vino, fragrantia unguentis optimis. Oleum effusum nomen tuum: ideo adolescentulae dilexerunt te. Trahe me: post te curremus in odorem unguentorum tuorum. Solo quelle parole fecero scendere Francesco per lo amore ch’elli portava5 a questo Iesu. Adolescentulae dilexerunt te.

Oh, come so’ le parole, così diriza la mente a quelle! Non vedi tu il Crocifisso? — Sì. — Perchè fu fatto? Perchè tu ti ricordi come esso fu morto per te. Che ti dimostra questo nome Iesu? Dimostrati la deità in umanità;

  1. È un’allusione a qualche sfregio fatto da mano ignota a un disegno del nome di Gesù, preparato per riprodursi sulla facciata del palazzo pubblico e nella gran sala del Mappamondo.
  2. In cambio di, privaio, cesso. E vuol dire, abbi cura di quel disegno, perchè altrimenti può con facilità accadere che per tua colpa capiti e finisca al cesso.
  3. Continua il discorso, rimasto interrotto per lunga parentesi.
  4. Cap. primo, vers. 2 e 3.
  5. Il Cod. Sen. 6, porta: il Cod. Pal., portò.